Ci fu un breve periodo della mia vita in cui mi toccava andare spesso a Torino per questioni di lavoro inerenti a una nota casa automobilistica di cui ora mi sfugge il nome ;-)
Di queste brevi permanenze sotto la Mole mi sono rimasti alcuni piacevoli ricordi, in prevalenza gastronomici, come ad esempio il celebre bonet o, per meglio dire, el bunét, come lo chiamano i piemontesi, questo squisito dessert in cui spiccano il profumo degli amaretti e del cacao.
Un altro dei piatti retaggio di quel periodo è il cartoccio di erbe con caprino caldo, una cosa buonissima e sanissima che qui nel blog non ha mai riscosso grandi entusiasmi, ma che faccio abbastanza spesso in certi periodi ed ha sempre incontrato il consenso degli eventuali invitati. La terza ricetta carpita al ristorante Spada Reale, è una specie di pasta al forno a base di radicchio trevigiano e taleggio, di cui volevo parlare tempo addietro, se avessi avuto foto decenti da esibire, ma in mancanza delle quali ho preferito rimandare.
Curiosamente, la prima volta che assaggiai il bonet non fu a Torino, ma a Milano, vai tu a sapere perché e altrettanto curiosamente la prima volta in cui lo mangiai a Torino non fu in un ristorante di cucina tradizionale torinese, bensì in una pizzeria napoletana. Sia come sia, il bonet mi piacque subito e ogni tanto mi ripetevo che dovevo provare a farlo, finché ieri ho smesso di ripetermelo e l'ho fatto.La ricetta di questo bonet proviene da uno di quei libri sul cioccolato ricchi di fotografie talmente veritiere che ti si alza la glicemia solo a sfogliarlo. In questo libro c'è anche una breve spiegazione sulla curiosa origine del nome, bunét, che a quanto pare significa cappello in dialetto piemontese. Se poi il fantomatico cappello sia da attribuire banalmente alla forma dello stampo o metaforicamente alla chiusura del banchetto, sembra che difficilmente si riuscirà a stabilirlo in via definitiva.
Per quel che ho visto in giro esistono numerose varianti a questa ricetta, con più uova o più amaretti o più zucchero.
Per il mio personale gusto forse aumenterei un po' la quantità di cacao e un cucchiaio di zucchero.
La cottura avviene a bagnomaria in forno, come per il famoso creme caramel, sul quale un giorno dovrò relazionare.
Ingredienti:
1/2 litro di latte
4 uova
4 cucchiai di zucchero (circa 100g)
50g di amaretti
2 cucchiai di cacao amaro
2 cucchiai di rhum
un pizzico di saleProcedimento:
contrariamente a quel che ho fatto io, perdendo più tempo del necessario, vi consiglio di accendere subito il forno con dentro una pentola interamente d'acciaio o altro contenitore interamente metallico con l'acqua dove cuocerete a bagnomaria il bonet. In questo modo eviterete di attendere mezzora in più del previsto.
Tenete presente che quando metterete lo stampo nel contenitore il livello d'acqua s'alzerà di conseguenza (il famoso principio d'Archimede...) quindi riempitela d'acqua a metà.
In una zuppiera sbattete le uova con lo zucchero con una frusta, poi aggiungere gli amaretti tritati finemente (io li ho macinati con il macinino da caffé), quindi il cacao cercando di evitare la formazione di grumi. Infine aggiungere i due cucchiai di rhum e il latte.A questo punto preparate il caramello, mettendo due cucchiai di zucchero con qualche goccia di limone in un pentolino su un fuoco medio. Quando lo zucchero inizierà a fare la schiuma ed assumerà un colore ambrato, versatelo nello stampo, cercando di distribuirlo uniformemente.
Se il caramello si rapprende troppo alla svelta, potete scaldare lo stampo sul fuoco se è di alluminio, in maniera da liquefare lo zucchero nuovamente. Versate il liquido nello stampo e poi piazzate lo stampo nella pentola con l'acqua dentro al forno. Teoricamente dovrebbero bastare 35 minuti a 180 gradi, ma io l'ho dovuto lasciare sicuramente un'ora abbondante perché non avevo messo la pentola in forno preventivamente, per cui ci ha messo più tempo a scaldarsi.
In ogni caso estraetelo quando bucando il bonet con uno stecchino in profondità ne uscirà praticamente asciutto.Lasciate raffreddare completamente il bonet, poi trasferitelo in frigo.
Per sformarlo l'ho immerso per un minuto circa nella stessa pentola in cui l'avevo cotto, con acqua bollente, poi gli ho messo un piatto sopra e l'ho girato ed è uscito al primo scrollone.
Okra Stew
4 giorni fa