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domenica 14 ottobre 2012

Il reverse-engineering delle camille - post semiserio per una ricetta serissima

Non è la prima volta che mi dedico al reverse-engineering di una ricetta di successo e poi dovevo rimpinguare la categoria umorismo di patata che giaceva dimenticata da troppo tempo.

Scatto fugace alla camilla 1.0, prima dell'estremo sacrificio (della camilla eh!)

Il tentativo più famoso rimane quello della inimitabile torta Barozzi, seguito da quello degli shortbread fingers. Per non parlare del reverse-engineering della panna...

Oggi tocca alle famosissime camille.
Ma chi o cosa sarebbero queste camille , ma soprattutto il reverse-engineering è pericoloso per l'uomo o per la donna?

Partiamo con la prima risposta armati dell'imprescindibile dizionario Tlazzarelli, un'opera che definirei come minimo unica, per non dire... incompiuta: 
dicesi camilla nota merendina alle carote del famoso, per non dire famigerato, "Mulino Bianco" Barilla.
Non pensiate che sia uno spottone subliminale a maggior gloria della nota casa alimentare parmense (arrotate sempre la erre quando dite parmense), sono rimasto uno dei pochi rimasti a non essere sponsorizzato neanche dal cibo per cani, wof!

los pedacitos morados en la "camilla" son de zanahoria negra

È una tortina astuta che mira a spegnere sul nascere i sensi di colpa tipici delle mamme quando comprano le merendine al supermarket, grazie alla presenza delle salubri carote. Dovete sapere infatti che i papà i sensi di colpa non li hanno quasi mai, neanche quando mangiano due fette di salame con l'aglio alte un dito di nascosto prima di pranzo per chiudere con un ritocco di sottecchio al livello del barattolo di nutella, salvo dichiarare poi di non avere molto appetito oggi stranamente...

Ma torniamo alla questione centrale, è noto infatti che un contorno di carote rigorosamente e asceticamente scondite dà diritto di mangiare qualsivoglia cochinada (lo dico in spagnolo perché suona meglio) a prescindere dagli ingredienti ivi contenuti. Se poi alle normali carote, aggiungiamo perfino alcune omeopatiche striscioline di carote viola, le cui virtù salutistiche fanno impallidire tutti gli altri comuni ortaggi, le camille si trasformeranno in un toccasana per la vostra dieta, ma sia chiaro che declino ogni responsabilità se poi farete la pipì blu o se vi cresceranno i capelli colorati come a Lady Gaga (ho dovuto segare la parte inferiore della foto perché il look minimalista della signora Germanotta cozzava contro il divieto di visione del sito ai minori di 18 anni...).

il sobrio look acqua e sapone alla cryptonite di Lady Gaga
Armato quindi di salutari carote e della lista degli ingredienti rimanenti presente per legge sul retro della confezione delle camille, mi accingo ad intraprendere questo primo tentativo di imitazione.
Che dire, oggi mi sento praticamente il Baumgartner della colazione, pronto a paracadutarmi nella farina da mezzo metro d'altezza, sempre che non tiri troppo vento...
Veniamo dunque al reverse-engineering, una parola da hacker, seppure della gastronomia e non vi intimorite, oggi siete su cookieleaks (© Tlaz 2012)!

Also sprach la lista ufficiale degli ingredienti:
zucchero, farina di frumento, olio di girasole, carote (14%), uova, mandorle (7%), ecc. ecc.
Come vedete non ci sono le quantità.
Beh non vorremo mica fermarci di fronte a simili quisquilie?
E poi quelle percentuali sono il nostro cavallo di Troia, qualunque siano gli ingredienti, noi sappiamo che ci sono il 14% di carote e il 7% di mandorle e poi c'è più zucchero che farina perché viene prima nella lista. E poi c'è il nostro bagaglio culturale di ricette, mica pizza e fichi (che poi pizza e fichi ho scoperto essere di una bontà trascendentale per cui come non detto).
Per fare 12 camille da 40g grammi circa l'una, dobbiamo partire da 500g totali d'impasto, ergo il 14% di 500g fa 70g di carote e 35g di mandorle. Il resto lo tireremo a indovinare.

Ovviamente il primo approccio non sarà azzeccato al 100% essendoci diverse variabili in gioco, però aiuta ad aggiustare la mira per il secondo, se mai ci sarà.
Inspiegabilmente per cuocere le camille ho tirato fuori dal reliquiario gli stampini per muffin dell'Ikea, uno dei casalinghi più imbarazzanti che abbia mai comprato in vita mia, come già ebbi a dire una volta parlando di un sedicente contenitore antiaderente. Questa volta però, memore della fregatura precedente, ho imburrato e infarinato gli stampini e alla fine l'operazione di sformatura è filata quasi completamente liscia, ad eccezione di una mezza camilla, rimasta troppo affezionata al suo loculo. È stata dura, ma ho dovuto giustiziarla con un cucchiaino, le briciole impazzite scappavano da tutte le parti.

desayunando "camilla"

Ingredienti per 12 salutari camille:
120g di zucchero
110g di farina tipo 00
100g di salutare olio di mais (quello ufficiale è di girasole, ma c'assomiglia)
70g di salubri carote grattugiate (di cui 15g di portentose carote viola)
35g di mandorle macinate fini fini fini
1 uovo
8g lievito vanigliato
2 cucchiai di sanissimo succo d'arancia
pizzico di sale

Procedimento:
sbattere lo zucchero con l'uovo, poi aggiungere la farina, l'olio, le mandorle macinate, il lievito e il pizzico di sale. L'impasto risultante è piuttosto denso, ma l'aggiunta delle carote e del succo d'arancia lo renderà più fluido. Imburrate e infarinate gli stampini e poi versate il composto senza superare il livello pari alla metà, perché tendono a gonfiarsi abbastanza.
Per cuocere le camille bastano 15 minuti circa a 180 gradi scarsi.


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