Inizia la seconda parte dei video sulla cucina tradizionale messicana, qua la prima parte.
Video sulla cucina di Campeche
Video sulla cucina di Sonora
Video sulla cucina di Zacatecas
Video sulla cucina di Estado de México
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sabato 14 dicembre 2013
Riqueza de la cocina tradicional mexicana - parte II
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giovedì 21 novembre 2013
Riqueza de la cocina tradicional mexicana
Tutti i video sono in spagnolo, però sono fiducioso che le immagini diano comunque l'idea della ricchezza della cucina tradizionale messicana.
Video sulla cucina di Città del Messico
Video sulla cucina della valle di Mezquital
Video sulla cucina veracruzana
Video sulla cucina della città di Puebla
Video sulla cucina michoacana
Video sulla cucina di Tlaxcala
Video sulla cucina di Oaxaca
Video sulla cucina di Guanajuato
Video sulla cucina dello Yucatán
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venerdì 18 febbraio 2011
Menù del giorno: sistema di equazioni lineari per sostituire il burro alla panna
Mi rendo conto che parlare di equazioni in un blog di cucina probabilmente farà fuggire a gambe levate i lettori, ma siccome la cosa ha degli insospettati risvolti pratici, procedo senza indugio fregandomene dell'auditel internettara.Siete ancora lì?
Bene!
Ieri sera mi ero ripromesso di fare una certa ricetta sulla quale poi vi dirò a tempo debito, ma ci voleva della panna fresca che non avevo. Ora, come TUTTI sanno, il burro, una volta, si faceva a partire dalla panna e c'è un bell'articolo di Dario Bressanini dove il tutto viene spiegato per filo e per segno e ricordo benissimo quando mia madre mi urlava "lasa lí da sbatar che se no la dventa bóter!".
Insomma, se uno la panna non ce l'ha, ma ha del burro, specie quando la panna non va usata al naturale, ma miscelata ad altri ingredienti, non si può sostituire con burro e latte?
Per me la risposta è sì, però come facciamo a sapere le quantità dell'uno e dell'altra?
Così ho posto la domanda al Bressanini il quale da buon scienziato mi ha dato una risposta scientifica, che potete leggere nei commenti del suo blog, ma come accade in tante occasioni quando si parla di risposte "scientifiche" c'è un misto di aiuto e un misto di "arrangiati!" :-D
Nel senso che il buon Dario, anziché servirmi la pappa pronta, mi ha fornito i dati necessari a trovare la risposta invitandomi però a fare un po' di compitini a casa, che è sempre un bell'esercizio per il cervello, specie se son passati 25 anni dall'ultima volta che si è risolto un sistema di equazioni lineari (una banalità per uno studente di liceo non completamente asino), ma pur sempre uno sforzo non indifferente per chi ha il cervello incartapecorito dal logorio della vita moderna (citazione di una vecchia pubblicità televisiva, vediamo chi indovina...) .
Insomma, tra il serio e il faceto, dopo aver trovato una soluzione a tentoni (che poi si rivelerà clamorosamente vicina a quella esatta), promisi di risolvere il sistema di equazioni utilizzando un fantastico strumento online, che tutti, in teoria, possono usare per situazioni analoghe, la macchina computazionale di Stephen Wolfram, a patto ovviamente di avere conoscenza della lingua inglese e nozioni di matematica.
In mezzo a tanti supposti o sedicenti geni dell'informatica, frettolosamente promossi in virtù di meriti spesso volatili, Stephen Wolfram è sicuramente un genio vero, anche se probabilmente nessuno di voi l'avrà sentito nominare prima.
Ma torniamo al nocciolo della questione e vediamo come WolframAlpha può non solo risolvere il problema matematico, ma anche darci qualche utile indicazione di natura alimentare.
Problema: la nostra ricetta dice 125ml di panna, con quanto burro e latte intero possiamo sostituirla?
Se ci pensate su, la cosa non è così banale, nel senso che difficilmente tirando a indovinare otterrete la soluzione corretta.
Appunto perché la risposta non è banale, Bressanini mi ha fornito alcuni dati indispensabili per procedere:
il burro contiene circa l'82% di grassi, mentre il latte intero circa il 4.5%.
A parità di peso quindi dobbiamo sapere quanto burro e quanto latte, senza alterare il rapporto finale di grassi totali, che per la panna fresca è circa del 35%.
Vediamo cosa ci dice intanto WolframAlpha:
Quanto pesano 125ml di panna fresca (che per gli inglesi è heavy cream o whipping cream)?
Risposta: 127 grammi
Già qui vedete quanto è utile il marchingegno di Stephen, gli possiamo fare delle domande semplici in linguaggio naturale e lui ci da delle risposte precise, non delle semplici opinioni.
Sapendo quindi che 125ml di latte equivalgono a 127 grammi, andiamo al passo successivo.
In termini matematici la mia domanda va dunque formulata con il seguente sistema di equazioni:
{che WolframAlpha, accorciando i nomi delle incognite e semplificando le divisioni per 100
127grammidipanna * 35/100 = grammidiburro * 82/100 + grammidilatte * 4.5/100
grammidiburro + grammidilatte = 127g
}
127*35=b*82+l*4.5, b+l=127
risolve brillantemente nel seguente modo:
burro circa 49.9806 grammi, latte circa 77.0194 grammiCon il mio metodo spannometrico ero giunto alla conclusione di 75ml di latte e 50g di burro, non molto lontano dalla soluzione esatta.
Quindi se in futuro volete sapere con quanto burro e quanto latte intero sostituire X grammi di panna fresca, dovete semplicemente sostituire la quantità X desiderata nella prima e nella seconda equazione:
X*35=b*82+l*4.5, b+l=X
e sottoporre il quesito all'amico WolframAlpha.
E se poi volete sapere anche quante calorie ha una fetta di torta da 100 grammi, beh, basta dare a WolframAlpha la lista degli ingredienti con i relativi pesi.

Beh, forse meglio della 280 calorie per 50g di noccioline!
Poi non dite che non vi avevo avvisato...
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venerdì 21 gennaio 2011
Montaggio del pizza party e inaugurazione
Quando ho montato il forno a legna Pizza Party in balcone, mia moglie ha girato dei piccoli video per documentare la non difficile impresa, interpreti principali l'erede, il sottoscritto e la partecipazione straordinaria della mia veneranda pelata.
La cosa fondamentale è trovare un supporto stabile e all'altezza giusta (90-100cm). Siccome il mio non aveva nessuno di questi requisiti, mi sono dovuto industriare per trasformarlo in qualcosa di adatto e con l'aiuto di assi, qualche zeppa e un pallet come base, alla fine è venuto fuori una struttura abbastanza solida e perfettamente orizzontale.
I video non saranno al livello di Kubrick, però si dovrebbe capire bene quanto sia facile montare il pizza party, che nella sua categoria è abbastanza leggero, pesando una trentina di chili senza le pietre refrattarie montate, il che consente di maneggiarlo molto agevolmente in due.
Siamo andati a prenderlo a San Piero a Sieve, dalle parti di Barberino del Mugello, sabato 8 gennaio e l'indomani l'abbiamo montato e inaugurato. Da allora sono più i giorni che sta acceso che quelli in cui sta spento...
Tra l'altro se avete la fortuna di poterlo andare a ritirare di persona, conoscerete pure il signor Francesco che oltre ad essere molto simpatico vi spiegherà in diretta i fondamentali dell'uso del forno, ma qualora non possiate, ci sono comunque le istruzioni scritte che ho trovato molto precise sulla cottura di pizze, pane, dolci, ma anche arrosti e pesce.
Se avete posto e volete farvi un regalo di cui non vi pentirete mai, ve lo consiglio, perché oltre ad essere divertente, le vostre pizze e il vostro pane cotti in un vero forno a legna vi regaleranno delle soddisfazioni incredibili e vi faranno pure risparmiare un sacco di soldi.
Non che la questione economica sia fondamentale, ma immaginate di poter preparare un chilo di pane con poco più di 60 centesimi di euro, pure meno se comprate la farina a sacchi più grandi.
E la pizza? Mezzo metro di pizza buonissima non arrivano a costare 4 euro, usando ingredienti di qualità.
Mai più senza!
PS: per la galleria di ricette sfornate col forno Pizza Party da quando lo montai ai giorni nostri, seguite l'etichetta "Forno a legna".
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domenica 25 luglio 2010
Chile con queso asadero, un platillo revolucionario?
Siccome sto rileggendo la mastodontica biografia di Pancho Villa scritta da Paco Ignacio Taibo II, ho pensato di preparare quello che, si dice, fosse il piatto preferito dal più famoso rivoluzionario messicano del novecento: il chile con asadero.Trattandosi di un piatto assai diffuso nel nord del Messico e pure oltre il rio Bravo la ricetta del chile con queso è presente nella enciclopedica opera di Diana Kennedy, dove però non c'è traccia di questa aneddotica di carattere rivoluzionario-gastronomico.
Quest'anno ricorrono precisamente i cent'anni dall'inizio della Revolución ed è curioso vedere come a un secolo di distanza, tutt'ora i messicani continuino a dividersi tra irriducibili sostenitori del Centauro del Norte e acerrimi nemici.
Gastronomicamente parlando, Pancho Villa era di gusti decisamente semplici, vuoi per le umili origini, vuoi per lo stile di vita decisamente incredibile per i nostri standard attuali. Si dice che gli piacesse la carne alla brace cotta fino a renderla dura come una suola di scarpa e, unica concessione alle debolezze della tavola, las malteadas de fresas, una specie di frappè denso alla fragola, conosciuto durante il periodo in cui soggiornò a El Paso, Texas.
Si dice anche che quando nel 1914 arrivò a Città del Messico dove s'incontrò con l'altro celebre rivoluzionario Emiliano Zapata (entrambi nel video a pranzo con l'allora presidente provvisorio Eulalio Gutiérrez) conobbe per la prima volta i tacos e i tamales di cui rimase entusiasta. Però, da quel che si sa, il suo piatto preferito era il chile con asadero, appunto.
E per chi volesse approfondire le gesta di Pancho Villa, un bellissimo e lungo documentario a cura di Paco Ignacio Taibo II.
Come spesso accade in questi casi è veramente difficile avere a disposizione gli ingredienti esatti e si cerca di usare degli onorevoli sostituti. Trovandoci poi in quel periodo dell'anno in cui ancora non sono maturati i miei peperoncini autarchici, ho ripiegato sui peperoncini verdi lunghi vulgaris, da supermercato, che però hanno svolto dignitosamente il loro compito. La ricetta di Diana prevede infatti l'uso di un peperoncino particolare, il chile verde nel norte, che negli stati ex-messicani degli USA viene chiamato chile anaheim. Questo peperoncino verde, tipicamente lungo e dalla scorza piuttosto coriacea assomiglia veramente molto ai peperoncini verdi locali anche se tendono ad essere più piccanti dei loro parenti messicani (strano ma vero!). Il chile verde non è particolarmente piccante, per cui occorre sincerarsi della piccantezza dei peperoncini verdi e sostituirne una parte con altri dolci tipo i friggitelli nostrani, se necessario.
Il secondo problema in questa ricetta è costituito dal formaggio. Il queso asadero, è uno dei formaggi tipici di Chihuaha, ma non è il famoso queso chihuaha prodotto dai Mennoniti come qualcuno crede. Con cosa sostituire il questo asadero? Si può usare del formaggio tipo la scamorza fresca o l'asiago o in generale quei formaggi giovani destinati ad essere cotti sulla piastra, purché non affumicati.
Ingredienti:
225g di formaggio asiago fresco o scamorza (sostituto del queso asadero)
185ml latte
10 peperoncini verdi dolci
5 peperoncini verdi piccanti
5 cucchiai di olio di mais
3 cucchiai di acqua
1 pomodoro
1 cipolla bianca grande
sale q.b.
Procedimento:
per prima cosa occorre pelare i peperoncini facendoli prima arrostire a fuoco vivo e poi infilandoli in un sacchetto di plastica chiuso per qualche minuto, dove sviluppano un notevole vapore che poi aiuterà la pelle bruciata a staccarsi.Come consiglia Diana Kennedy, è meglio non pulire i peperoncini sotto l'acqua corrente per non comprometterne la fragranza. Terminata questa operazione si passa a tagliare la cipolla a fette sottili così come il pomodoro.
Far soffriggere la cipolla in poco olio e quando sarà trasparente, aggiungere il pomodoro e i peperoncini a strisce, poi coprire e cuocere per 5 minuti. Aggiungere il latte e l'acqua e continuare la cottura per alcuni minuti.
Infine aggiungere il formaggio e servire non appena sarà fuso con tortillas de harina calde.
Tenete presente che un ottimo sostituto delle tortillas de harina sono le piadine sfogliate, quelle sottilissime. Ma di questa strana somiglianza tra tortillas de harina e piadine parlerò un'altra volta...
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sabato 24 luglio 2010
L'arte di soffriggere in padella
Oggi scrivo due righe due, giusto per fare ciò che gli americani chiamano "debunking myths", cioé smontare le leggende (metropolitane e non).
Uno dei luoghi più comuni in Italia riguarda senz'altro la cucina americana: alzi la mano chi non si è mai trovato a discutere con qualcuno che sosteneva la tesi de "ma gli americani non sanno cucinare".
Ecco, se c'è un mito da abbattere è proprio questo.
Gli americani non solo sanno cucinare, ma addirittura, quando si tratta di insegnarlo ad altri, sanno essere magnificamente precisi, persino troppo, verrebbe da dire.
Questo piccolo polemico preambolo per introdurre un video, segnalatomi da mia moglie, più canadese che americano (speriamo che non si offendano!), ma poco importa, la sostanza qui è ciò che conta: saper soffriggere è una scienza esatta, quindi bando alle chiacchiere, ai si dice e agli stupidi campanilismi.
Il video è in lingua inglese, of course.
E ovviamente chi abbia voglia di continuare l'annosa polemica troverà pane per i suoi denti :-)
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martedì 8 settembre 2009
Cum grano salis - il piacere del sale
Sì lo so, è demenziale, però cosa volete farci, a me i sali strani mi eccitano la fantasia.
Se lo viene a sapere Beppe Grillo, mi fucila come nemico pubblico dell'ambiente e dell'umanità. Mi ricordo una sua battuta feroce sul fatto che agli americani piacessero i biscotti danesi al burro e ai danesi i biscotti americani al burro d'arachide, con grande spreco di gas serra per portare avanti e indietro 'ste scatole di biscotti: ma perché non si scambiano semplicemente la ricetta?
Immaginarsi quindi un demente che incoraggia lo scambio di sale tra continenti!
Come minimo rischio la fucilazione alla schiena.
In effetti anche io una volta credevo che il sale fosse semplicemente... sale, a qualunque latitudine e longitudine, figuriamoci, girala come vuoi ma alla fine sempre di cristalli di cloruro di sodio (NaCl) si parla.
Poi, un giorno, arrivò Laura a scatenare la mania per i sali del mondo, dei quali, nonostante la sceneggiata, rimango tuttora fondamentalmente ignorante, ad eccezione di pochi esemplari rastrellati di qua e di là.
Ma che ci troverò mai di tanto interessante nel sale?
Il sale grezzo può contenere impurità che dipendono dal particolare luogo di raccolta, residui di sostanze diverse dal cloruro di sodio, come ad esempio il cloruro di potassio che può conferire una sfumatura amarognola oppure venire appositamente trattato per assumere un certo colore, come nel caso di questi sali colorati delle Hawaii, il black lava dal colore nero veramente drammatico a causa della mescolanza con il carbone vegetale, il sale verde aromatizzato alle foglie di bamboo o il sale rosso all'argilla di Aloha. I sali hawaiani presentano tracce di magnesio, potassio, calcio e zolfo e nel caso di quello rosso, ferro.
Nel caso del sale rosa dell'Himalaya invece il colore è completamente naturale ed è dovuto alla presenza di impurità costituite da ferro, magnesio, potassio e calcio. Il sale dell'Himalaya è un sale fossile, residuo marino risalente a 200 milioni di anni fa. Voglio proprio vedere se i NAS troveranno da ridire sulla data di scadenza...
C'è anche un bel film che vi consiglio, intitolato proprio Himalaya, incentrato sulle vicissitudini dei raccoglitori di sale di quelle remote lande, apprezzerete ancora di più questo straordinario prodotto dopo avere visto l'epopea cinematografica del popolo del Dolpo.
Il sale blu di Persia è un altro sale fossile, la cui colorazione è dovuta alla presenza di silvinite o silvite. Niente paura, il premier non c'entra nulla con questo sale millenario, anche se forse, continuando a raccontare balle, rischia di trasformarsi in una statua di sale come la moglie di Lot...
Tra i grandi produttori di sali strani ci sono perfino i mitici Vichinghi. Abbandonati gli elmetti con le corna e le scuri, rimangono questi fiocchi di sale affumicato in cui, oltre al sale, ci sono residui della affumicatura a base di legno di quercia e olmo rosso.
Ora, tutte robe belle da vedere, ma lo scettico si chiede: e il sapore? e l'odore?
Nel caso dei sali naturali fossili, l'odore è inavvertibile. Con molta buona volontà forse si riesce a percepire qualcosa a livello gustativo a causa degli oligominerali, ma bisogna veramente assaporare i cristalli con un cibo neutro che favorisca l'operazione. Non a caso avevo provato tempo fa con le ricottine alla piastra, che di per sé sono abbastanza insipide e quindi si prestano abbastanza bene per questo genere di esperimento.
Nel caso dei fiocchi di sale vichingo invece, il profumo è veramente sublime. Ottimo anche quello del sale verde alle foglie di bambù. Il sale nero è praticamente insapore, quello rosso ha qualcosa di indefinibile (speriamo di riuscire a definirlo prima o poi...) ma ovviamente si prestano per gli effetti speciali in cucina o nella preparazione di cocktail, volete mettere un margarita con il sale nero sul bordo del bicchiere o una focaccia all'olio picchiettata di sali multicolore?
La raccolta di sali è appena agli inizi, già fremo all'idea di procurarmi qualche altro sale strano, quello rosa australiano del Murray River, quello grigio della bretagna, il sale di Guerande con il quale si preparano biscotti favolosi e chissà quanti altri ancora.
E il sale di tutti i giorni?
L'ottimo sale marino della riserva di Trapani o il "sale dei Papi" di Cervia.
Ho detto dei Papi, non "di papi".
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sabato 5 aprile 2008
Il Messico tra cucina, tradizione e globalizzazione
Stamattina sono incappato in una serie di articoli interessanti sul Messico, pubblicati dall'editore SlowFood.it qualche anno fa.
Inutile farla lunga, è molto più interessante leggerli.
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