E dopo una triade di piatti messicani, apro una piccola parentesi di cucina ebraico-marocchina.
Tempo fa comprai un libro di cucina ebraica che raccoglie ricette delle varie comunità sparse per il mondo, tra le quali, quella in Marocco, formatasi dopo la cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492, risulta essere quella più antica e numerosa del Nord Africa.
Tra i piatti proposti queste sardine ripiene agli aromi m'ispiravano particolarmente, sia perché adoro la cucina marocchina, sia perché adoro le sardine fritte.
Inoltre volevo combinare un secondo di pesce non troppo impegnativo con il primo a base di pasta, i maccheroncini di Campofilone al ragù di orata, già apparsi su questi schermi, per comporre un mini-menù ebraico.
Si tratta di un piatto molto saporito, facile da preparare, gradevolmente piccante, che si può offrire anche come antipasto. La ricetta originale prevede rosmarino al posto della menta che ho messo io. A me però le sardine sono sembrate ottime anche in questa variante.
Ingredienti:
12 sardine fresche pulite
20g di prezzemolo fresco
15g di coriandolo fresco
10g di menta fresca
10g di basilico fresco
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai d'olio
1 cucchiaino di peperoncino macinato
mezzo cucchiaino di cumino macinato
Procedimento:
preparare un trito fine con tutti le erbe aromatiche, l'aglio e due cucchiai d'olio extravergine. Lavare e asciugare i filetti di sardina, cospargere il filetto con un cucchiaino di trito, coprirlo con un altro filetto, pressare e infarinare.
Friggere le sardine per 3-4 minuti in olio d'oliva o finché non sono ben dorate e servirle calde.
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giovedì 23 aprile 2009
Sardine ripiene agli aromi
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giovedì 8 gennaio 2009
La pastilla o basteeya apocrifa di Tlaz
L'altra sera mi sono cimentato in un altro piatto tipico del Marocco.
Pur essendo uno dei piatti più noti della cucina marocchina, la comunità internazionale non è ancora riuscita a mettersi d'accordo sul nome.
Cercando su internet e sui libri, si troverà scritto in una varietà di modi diversi.
Ad esempio, sul mio libro spagnolo di cucina marocchina, è chiamata bisteeya, ma negli USA l'ho mangiata, buonissima, in un ristorante marocchino di San Francisco, Aziza, dove la chiamano basteeya. In Francia invece è nota come pastilla.
Questa fantasiosa galleria di nomi è confermata da wikipedia.
Sia come sia, io non avevo né la pasta warkha, né la pasta fillo, per cui ho preso della sconsacratissima pasta sfoglia già pronta e l'ho tirata più sottile che potevo col mattarello...
Benché la sostituzione sia discutibile, ho cercato di essere rigoroso nel ripieno, anche se, per essere proprio onesti, ci sarebbe voluto del piccione, ma io non me la sono sentita di tirare il collo al piccione che ha fatto il nido sul gomito della grondaia, anche se non escludo di farlo alla prima occasione in cui me la farà sulla pelata. ;-)
E in mancanza dei piccioni, come sanno tutti, volano anche i polli.
La ricetta che do prevede una quantità di burro e di pollo minore di quella originale, perché io avevo meno carne a disposizione di quella prevista, per cui ho calato tutte le dosi più o meno in proporzione.
Ingredienti:
750g circa di pollo in parti o due piccioni (senza fava).
250ml di brodo di carne (o acqua con dado)
50g di burro (in realtà sarebbe lo smen...)
una cipolla rossa grande
uno spicchio d'aglio grande
due uova
due rotoli di pasta sfoglia o 12 lamine di pasta fillo
mezzo cucchiaino di cumino in polvere
mezzo cucchiaino raso di zenzero
mezzo cucchiaino scarso di curcuma
mezzo cucchiaino di peperoncino di cayenna
succo di mezzo limone
una bustina di zafferano (circa 100-125mg)
un pezzetto di stecca di cannella
una manciata di prezzemolo fresco tritato
una manciata di coriandolo fresco tritato
per lo strato dolce:
50g di mandorle
25g di zucchero
un cucchiaino raso di cannella macinata
Procedimento:
per prima cosa occorre preparare il ripieno. Tagliate finemente la cipolla e tenetela da parte.
Prendere il burro e scoglierlo in una padella, facendo rosolare giusto per un paio di minuti i pezzi di pollo. Ritirare il pollo su un piatto e versare la cipolla. Soffriggere finché non è ben appassita, poi unire l'aglio schiacciato e le spezie (cumino, pezzetto di cannella, zenzero, curcuma e peperoncino macinato). Mescolare bene, poi aggiungere nuovamente il pollo e il brodo. Cuocere con coperchio finchè non risulterà ben cotto, spegnere e se secessario, disossare e sminuzzare il pollo, poi unire le uova leggermente sbattute, il succo di limone, il prezzemolo ed il coriandolo tritati.
Se avete la pasta fillo il risultato sarà più simile all'originale. In questo caso userete 6 lamine per strato. Se invece avete pasta sfoglia, tagliate ciascuno sfoglio in quattro e stendetela più sottile che potete. Poi prendete 4 lamine e rivestite una teglia da forno in vetro, saldando i lembi sul fondo con un po' di burro fuso e lasciando che l'altra estremità penzolino all'esterno del recipiente (vedi foto sopra). Fate un secondo strato allo stesso modo, poi versateci dentro la carne e unite come se fosse un cartoccio i 4 lembi più interni. Prendete le mandorle tritate con lo zucchero (ma io ci vedrei bene anche del miele) e la cannella in polvere e cospargetele sulla pasta, poi prendete i 4 lembi esterni rimasti e nuovamente uniteli tipo cartoccio.Infornate a 200 gradi per una mezzora abbondante.
Nonostante i compromessi, è venuta fuori una cosa veramente deliziosa.
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mercoledì 31 dicembre 2008
Le dîner des artistes ovvero il festival tlazzesco del cuscus
L'altra sera mi sono divertito a preparare una cena "etnica" per alcuni amici, tutti artisti tranne il sottoscritto (siamo precisi, tre violiniste, un violista e uno scultore, una vera rarità!), abbuffata dedicata alla cucina marocchina, a base di cuscus e con il corredo di intingoli vari.
Ho pensato quindi di condensare in un unico articolo un po' di ricette per preparare alcuni piatti dai sapori piuttosto differenti: agro-dolce, dolce-salato, speziato.Le cene tematiche sono le mie preferite, è un po' come andare al ristorante in vena di spendere, si assaggiano varie cose e si può scegliere secondo i propri gusti, ordinando quattro o cinque portate e senza pagare il conto.
Mancava solo la quarta artista: la danzatrice del ventre.
Insomma, approfittando delle mezze ferie autoproclamate mi sono messo in cucina un paio d'ore prima dell'ora "ufficiale" di cena, per preparare (o finire di preparare) le seguenti pietanze:
- l'immancabile condimento del sultano, a base di ceci, pinoli, uvetta e soprattutto cipolla, di cui ho già relazionato a suo tempo;
- pollo allo zenzero
- spezzatino di cavallo alla frutta
- agnello alle olive e limone in conserva
- pollo speziato
- cuscus con verdure
I dolci, lo ammetto, non erano propriamente tematici, però ci siamo sacrificati con estremo senso di abnegazione, anzi, colgo l'occasione per ricordare a Francesco e Katia di procurare la pantagruelica ricetta (rigorosamente in latino e scritta sulla pergamena) del certosino di Bologna che ci hanno portato e nel quale voglio fortissimamente cimentarmi.
In realtà avevo preparato due giorni prima la torta di arance, mandorle e cardamomo, la quale, pur non essendo marocchina, ha radici arabe e/o ebraiche, ancora devo capire visto che non sono riuscito a risalire alla fonte precisa e della quale, per il momento, dovrete accontentarvi della foto :-)

Al confronto il cenone di fine anno sarà una passeggiata.
Cominciamo dal piatto più semplice, escludendo le olive in salamoia comprate senza ritegno.
Pollo allo zenzero:
1kg di pollo in parti oppure 8 fusi o sopracoscia di pollo (così a tutti tocca la stessa parte e si rimane amici)
2 spicchi d'aglio
1 cipolla grande
1 cucchiaino raso di zenzero in polvere o un cucchiaino di zenzero fresco tritato.
pepe q.b.
sale q.b.
brodo di carne q.b.
far soffriggere gli spicchi d'aglio nell'olio e poi aggiungere i pezzi di pollo in una padella, rosolandoli per bene su tutti i lati. Aggiungere la cipolla, lo zenzero, il pepe macinato e continuare a rosolare per qualche minuto, poi aggiungere brodo o acqua finché il livello del liquido non arriva a metà della carne. Coprire con coperchio e cuocere per circa un'ora, girando i pezzi di pollo ogni tanto. Salare verso la fine, assaggiando per fare qualche aggiustamento se necessario. Si tratta di un piatto molto semplice che dovrebbero sopportare anche quelli che non amano molto le spezie e si abbina bene con il condimento del sultano.
spezzatino di cavallo alla frutta:
per questo piatto ho usato il cavallo anche se la ricetta originale prevedeva agnello... non so se in Marocco si consumi carne di cavallo, in ogni caso è quello sparito dalla circolazione per primo!
1kg circa di carne per spezzatino di cavallo
1 cipolla grande
2 spicchi d'aglio
3 cucchiaini di miele
1 cucchiaino di cannella macinata
1 cucchiaino di zenzero macinato
100g di prugne disidratate
100g di albicocche disidratate
10 grani di pepe nero
2 chiodi di garofano
2 bicchieri generosi di vino bianco, abbastanza da arrivare quasi a coprire la carne.
grattatina di noce moscata
sale q.b.
acqua q.b.
se avete tempo fate marinare la carne in vino e aglio dal giorno prima, se no pazienza, viene bene lo stesso. Prendete una pentola dai bordi alti e fate un soffritto di aglio e cipolla tritata. Quando sarà ben dorata aggiungete la carne e fatela rosolare su tutti i lati. Quando la carne avrà preso colore, aggiungete un paio di bicchieri di vino bianco. Aggiungete quindi i chiodi di garofano, il pepe in grani, la cannella macinata, lo zenzero, la noce moscata e il miele. Coprite e fate andare a fuoco basso per almeno 4 ore, controllando il livello del liquido e aggiungendo un po' di acqua se necessario. Se tenete il coperchio ben chiuso non dovrebbe essere necessario. Dopo circa 3 ore aggiungete le prugne e le albicocche. Poi assaggiate e aggiustate di sale portando a termine la cottura.

agnello alle olive e limone in conserva:
750g di carne per spezzatino d'agnello
1/2 limone in conserva (lo vendono nei negozi arabi)
1 cipolla grande
brodo q.b.
una ventina di olive miste (ottime quelle in salamoia con scorze di limone)
mettere a marinare l'agnello nel vino, con un paio di spicchi d'aglio e tre o quattro chiodi di garofano il giorno prima. In una padella mettete un filo d'olio per far rosolare la carne. La carne dev'essere asciutta quando la mettete in padella se non volete trovarvi a pattinare sul pavimento della cucina... Mentre la carne rosola, approfittatene per tritare la cipolla grossolanamente e tagliare a striscioline la scorza del mezzo limone in conserva. Quando la carne sarà ben dorata su tutti i lati, unite la cipolla, fatela rosolare per bene, poi unite le striscioline di limone e il brodo, sufficiente per mantenere la carne a bagno, ma senza arrivare a coprire la carne. Cuocere con coperchio a fuoco medio per un paio d'ore, meglio se due e mezza o addirittura tre, tenendo sotto controllo il livello del liquido e aggiungendone se scarseggia. Aggiungere le olive dopo un'oretta.
Alla fine potete far restringere togliendo il coperchio e alzando il fuoco. Io ho usato olive marinate in una salamoia con scorze di limone e le ho trovate ottime per questo piatto.

pollo speziato:
6 pezzi di pollo (sopracoscia o fusi)
150g di prugne disidratate
30g di burro
3 cucchiaini di miele
3 cucchiaini di succo di limone
3 cucchiaini di acqua di rose
2 cucchiaini rasi di ras el hanout
1 cipolla media
brodo di carne q.b.
sale q.b.
sciogliere a fuoco basso il burro in una padella e versare i 2 cucchiaini rasi di ras el hanout. Mescolare bene per un minuto. Alzare il fuoco e aggiungere i pezzi di pollo lasciandoli un minuto circa per lato, poi toglierli dalla pentola e metterli da parte. Nel frattempo tagliare una cipolla a rondelle che farete soffriggere nella padella per 5 minuti a fuoco medio. Trascorsi i 5 minuti aggiungete le prugne disidratate, il miele, il succo di limone e l'acqua di rose, poi rimettete i pezzi di pollo e aggiungete il brodo (o acqua con dado). Aggiustate di sale se necessario. Fate cuocere con coperchio per quasi un'ora, girando i pezzi di pollo ogni tanto.

Questo pollo ha un deliziosa sfumatura dolce e profumata.
Per la cottura del cuscus rimando al già citato articolo sul cuscus del sultano.
Insomma, se per il cenone di fine anno starò a dieta, sapete perché.
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domenica 25 maggio 2008
Kebab di carne trita
Questa ricetta è una delle mie preferite quando c'è da utilizzare della carne macinata di vitello o di manzo. Sicuramente si può fare anche con carne trita di agnello, ma io faccio fatica a trovarla, a meno di andare espressamente in una macelleria araba.
La ricetta proviene dal libro già citato, seppure con l'aggiunta di un uovo per tenere meglio insieme il tutto, ed è ormai assai collaudata.
Questo genere di kebab (che poi sarebbe una parola generica che sta ad indicare lo spiedo più che quello che ci s'infilza...) si può trovare in innumerevoli varianti in buona parte delle cucine affacciate sul mediterraneo, in Turchia, se non sbaglio, sono chiamati köfte, benché questi ultimi tendano ad avere la forma più simile ad un hamburger che ad uno spiedino. Comunque sia, in qualunque variante locale, li trovo sempre appetitosi e assai meno tristi della classica "svizzera".
Non vado oltre con i complimenti perché, da quel che vedo, ho pochi ma affezionati lettori svizzeri e non vorrei perderli... :-D
Ingredienti:
500g carne macinata di vitello o manzo o agnello
2 manciate di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di coriandolo fresco tritato
1 cipolla piccola tritata
1 cucchiaino di cumino macinato
1 cucchiaino di paprika forte
mezzo cucchiaino di pepe nero macinato
mezzo cucchiaino di peperoncino di cayenna (facoltativo)
1 uovo (aggiunto da me)
un po' di pangrattato se dovesse fare fatica a stare insieme
Procedimento:
tritare finemente una cipolla piccola e due manciate di prezzemolo. Unite alla carne macinata assieme alle spezie e all'uovo, mescolando bene. Se l'impasto dovesse risultare troppo soffice, aggiungere una manciata o due di pangrattato. Dividere in 6/8 porzioni ricavando dei salsicciotti più lunghi che larghi, che poi infilzerete sugli spiedi. Mettere nel frigo un'oretta prima di cuocerli.
Occhio che la cipolla tritata vi appesterà il frigo se non li coprite a modo!
Cuocere sulla griglia o sulla piastra ben calda, girandoli spesso, evitando quindi di farli annerire, come invece sembra sia riuscito a fare io, che purtroppo ero distratto da altre faccende...
Nella foto qui sopra vedete lo spiedino accompagnato da pane arabo e da un non filologico, ma ben indovinato arroz a la mexicana, di cui magari parleremo più in là.
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martedì 15 aprile 2008
Cous-cous del sultano e non solo
Premessa: non sono mai stato in Marocco, però ho un amico marocchino, Aziz, un vero personaggio, un omone dagli occhi di bragia, che, incontrato per strada, potrebbe suscitare in voi il dubbio di esser giunti sulle rive dell'Acheronte, al cospetto del leggendario Caron dimonio.
In realtà è una persona straordinariamente buona e generosa, oltre ad essere un eccellente cuoco.
Una volta mi promise di insegnarmi a fare il cous-cous e io lo presi in parola. Organizzammo una mega cena a base di cous-cous (di vari tipi) e mi fece vedere tutte le fasi della preparazione, compresa l' ingegnosa costruzione dell'alambicco nel quale cuocere (o finire di cuocere) il cous-cous, di cui vedete una foto più sotto.
Il tipo che ha sempre riscosso il maggior successo, a tutte le latitudini e longitudini, rimane però il cous-cous con condimento del sultano e quella che do io è forse una variante di molte altre simili che potete trovare su internet o sui libri, ma francamente, non mi è mai venuto il dubbio che le altre potessero essere meglio ;-)Ingredienti x 6 persone:
pollo a pezzi a sufficienza (almeno 12 pezzi a scelta)
500g di cous cous medio
4 cipolle dorate grosse
100g uvetta passa
50g pinoli
1 scatola di ceci
cannella macinata q.b.
pepe macinato q.b.
zucchero q.b.
olio extra vergine 6 cucchiai
1 bustina di zafferano (125 mg) o curcuma
20g di burro
Procedimento:
Mettere a bagno in mezzo litro d'acqua calda l'uva passa, possibilmente mezz'ora prima.
Mettere il pollo tagliato a pezzi in un'altra casseruola con un filo d'olio, pepe e sale e fatelo dorare per bene, fino a quando non e' quasi cotto (almeno 3 quarti d'ora).
Tagliare le cipolle a dischi e metterle in una casseruola con 2 cucchiai d'olio, salare.
Nel frattempo tostare i pinoli a parte con un cucchiaino d'olio, finche' diventano appena rossi.
Quando la cipolla e' appassita bene, aggiungere l'uvetta e un poco dell'acqua utilizzata per ammollarla.
Aggiungere lo zafferano o la curcuma e mescolare bene.
Aggiungere i pinoli tostati e ancora un po' di acqua e lasciare cuocere 10 minuti.
Aggiungere i ceci
Aggiungere la cannella
Aggiungere uno o due cucchiai di zucchero, secondo i gusti.
Aggiustare di sale e pepe se necessario e lasciare restringere il liquido.
Unire la salsa al pollo e portare a termine la cottura.
Per la preparazione del cous-cous potete seguire o le istruzioni contenute sulla confezione (metodo rapido), oppure utilizzare il procedimento più lungo e articolato, che però a detta di alcuni sarebbe superfluo essendo il cous cous precotto. In realtà secondo me il cous cous fatto col metodo lungo viene meglio e il fatto della precottura non c'entra proprio niente.
Il pregio della cottura (o ri-cottura) a vapore sta nel fatto che il cous-cous non si gonfia eccessivamente e non risulterà mai troppo umido, mentre quando si prepara con il metodo rapido bisogna misurare abbastanza bene la quantità d'acqua necessaria, se no si rischia che diventi troppo bagnato.
Il metodo lungo consiste intanto nel preparare un "brodo matto" con dei pezzi di pollo extra che poi magari ad un certo punto potete tirare fuori e unire al resto facendo finta di niente ;-) assieme a delle verdure come zucchine, carote, cipolla, aglio, sedano, piselli, fagiolini, insomma, quel che avete a disposizione o trovate al mercato. Quando siete più o meno a metà cottura col resto, cominciate a preparare il cous-cous versandolo in un piatto molto largo e dai bordi alti e lo bagnate leggermente con acqua fredda salata. Per bagnare leggermente intendo proprio spruzzare con le mani l'acqua sopra al cous-cous, finché la parte superiore risulta uniformemente umida. Poi lo lasciate a riposo una decina di minuti. Prendete poi una pentola coi buchi nella parte inferiori che si incastri alla perfezione sopra alla pentola nella quale state cuocendo il brodo.
Con un cucchiaio di legno dai rebbi molto larghi mescolate il cous-cous che nel frattempo dovrebbe aver cominciato a gonfiarsi un po', sgranandolo per bene, non devono rimanere grumi.
Nella pentola coi buchi, prima di posizionarla su quella del brodo, cospargete il
cous-cous uniformemente, senza pigiarlo, dovete spargerlo a pioggia, in modo che si depositi uniformemente. A questo punto mettete la pentola col cous-cous sopra l'altra e tappate con un coperchio. Se vedete che dopo un po' il vapore esce dalle fessure tra le due pentole dovrete fare come ho fatto io, cioè sigillare la fessura usando la pellicola aderente.
Questa operazione, per quel che ho sentito dire, in Marocco la fanno con della pasta da pane, ma le pentole hanno una forma diversa da quelle che usiamo noi.
Quando vedrete che il vapore del brodo esce dal cous-cous, significa che la sigillatura ha funzionato e a quel punto dovete solo aspettare il giusto punto di cottura.
Quando è pronto, a vostro insindacabile giudizio, versatelo in un piatto da portata largo e scioglieteci qualche fiocco di burro, mescolandolo sempre con la forchettona di legno per non fargli fare grumi.
Il buon Aziz, quando m'insegnò, ci mise persino del parmigiano grattuggiato e alla mia domanda sul perché rispose candidamente: perché diventa più buono!
T'è capì?
A voi la scelta comunque.
A questo punto corredate con il pollo (che potete preparare o come ho brevemente detto sopra oppure con un condimento di verdure come nella foto sotto, aggiungendo delle listarelle di peperone, rondelle di cipolla e zenzero fresco a fettine) e volendo servite a parte il condimento del sultano. Bagnate il cous cous con qualche cucchiaio del brodo matto rimasto, ad libitum.
In realtà il pollo è un di più, potete tranquillamente mangiare il cous cous con il condimento del sultano e basta, le calorie non mancheranno di certo!
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lunedì 11 febbraio 2008
Briouats con carne tritata
Con somma incoerenza e compiendo quasi un falso ideologico (come qualcuno mi fece notare...), durante l'ultimo viaggio in Messico, mentre stavo curiosando nella libreria del Sanborns di Coyoacán, m'è caduto l'occhio su un bel libro intitolato "La cocina marroquí" che volendo potete persino comprare on-line nel sito dell'editore Blume. Sfogliando le ricette ben corredate di bellissime fotografie, m'è venuta l'acquolina in bocca e non ho potuto resistere dal comprarlo.
La cucina del Marocco è sicuramente nelle mie corde, soprattutto da quando il mio amico Aziz mi ha insegnato i "segreti" del cous-cous.
Sono sempre restio a parlare di ricette che non ho assaggiato nel luogo d'origine, perché sono quasi sicuro di commettere qualche peccato d'omissione, però ho deciso di rompere gli indugi, anche perché mia moglie è diventata a sua volta una assidua frequentatrice di queste ricette e ne ha già messe in pratica diverse riscuotendo grande successo, quindi credo valga la pena di parlarne a prescindere dalla fedeltà all'originale.
Una delle prime che ho messo in pratica, dopo aver scovato la famigerata pasta fillo surgelata in un supermercato, è appunto quella dei briouats di carne tritata, che nella versione originale dovrebbe essere carne tritata di agnello, ma nel mio tentativo è stata sostituita da una comune carne di manzo.
Con "briouats" si indicano in genere tutti questi succulenti rotolini a base di pasta fillo, variamente farciti, partendo dal pesce, passando per il formaggio di capra, per finire con la frutta secca. Per quel che ho potuto constatare, moltissime ricette prevedono la frittura però questa è evidentemente una versione "light" dato che si mettono al forno... :-D
Ingredienti per 24 briouats:
8 lamine di pasta fillo (variabile a seconda delle dimensioni)
350g di carne di agnello tritata (sostituibile con vitello o manzo se non la trovate)
1 cipolla piccola
2 spicchi d'aglio
2 cucchiaini di cumino in polvere
mezzo cucchiaino di zenzero in polvere
mezzo cucchiaino di paprika dolce
mezzo cucchiaino di cannella in polvere
un pizzico di pistilli di zafferano
2 cucchiai di coriandolo fresco tritato
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1 uovo
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
90g burro
1 cucchiaio di sesamo
harissa al gustoProcedimento:
Friggere in una padella a fuoco basso la cipolla tritata finemente per il tempo necessario a farla appassire, quindi aggiungere l'aglio tritato e la carne, mescolando il tutto a fuoco vivace per 5 minuti. Aggiungere le spezie. lo zafferano messo a bagno in una tazzina d'acqua tiepida, il coriandolo e il prezzemolo. Se volete aggiungete anche la harissa. Salate a sufficienza e cuocete per un altro minuto circa e poi togliete la padella dal fuoco. Lasciar raffreddare, eliminare l'eccesso di grasso (se c'è) e mescolare con l'uovo.
Se la pasta fillo era congelata, è chiaro che bisogna averla tirata fuori per tempo.
Svolgere i rotoli di pasta e verificarne la lunghezza. Si devono ottenere strisce di circa 30 cm di lunghezza per 12-13 di larghezza, quindi può essere necessario tagliare i rotoli per raggiungere queste dimensioni. Con la pasta che ho comprato non è stato difficile perché ciascun rotolo era di circa 60 cm.
A questo punto, in base al numero di strisce suddividete il ripieno in parti uguali.
Sciogliete il burro che adopererete per spennellare la pasta.
Mettete il ripieno a 1 cm dai bordi della striscia e ripiegate i tre lati, dopo di che iniziate ad arrotolare. Spennellate il rotolo con un po' di burro e cospargete di semi di sesamo.
Disponeteli su un foglio di carta da forno dentro ad una teglia da forno e cuocete a 180 gradi per 15 minuti circa.
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