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sabato 15 novembre 2008

Farinata di ceci, fainà per i genovesi

La farinata di ceci ha un sapore di tempi lontani, un po' come la sfuiada di Finale Emilia, come il fiapón od i papasín mantovani, i borlenghi o i ciacci dell'appennino modenese, il camote al carbón o los esquites asados messicani. Una di quelle invenzioni gastronomiche, non si sa se frutto del caso e o della necessità, che serviva a dare energia o conforto in una giornata piovosa o nebbiosa, confezionata magari in quella carta da frittura color ocra, bollente, da gustare per strada. La storia della farinata è abbastanza curiosa, ma stavolta, a raccontarla non sarò io, bensì Mitì ed i Taccuini Storici. Le dosi sono identiche a quelle riportate da Mitì, la cottura però è stata più lunga, colpa, credo, del mio forno. Esistono naturalmente varianti locali di questo prodotto e al variare della località magari variano un po' gli ingredienti e lo spessore. Mi sembra di capire, non avendo avuto ancora la fortuna di assaggiarla in prima persona, che la versione toscana, detta torta di ceci o cecína, sia più sottile e croccante, mentre la farinata genovese è più morbida.

 

Procedimento: setacciare la farina di ceci e versarla in una zuppiera. Aggiungere lentamente l'acqua, mescolando con una frusta, si deve evitare la formazione di grumi. Si otterrà un composto molto liquido. Aggiustare di sale, due o tre pizziconi dovrebbero bastare. Lasciare riposare il composto per qualche ora. Nel mio caso l'ho lasciato circa 2 ore. Passato questo tempo, accendente il forno al massimo e prendete una leccarda ampia, la mia è circa 40x50cm e lo spessore finale è venuto perfetto, tant'è che mia moglie, di ritorno da Chiavari, ha portato due pezzi di farinata "originale" e quasi non si vedeva la differenza, né come sapore, né come consistenza, né come spessore (vedi foto sotto). Versare il composto nella teglia, filtrandolo con un colino e mescolarlo bene con l'olio. E' indispensabile cercare di disporre la leccarda in posizione perfettamente orizzontale dentro al forno, se no vi uscirà una farinata dallo spessore variabile e con differente grado di cottura. Io l'ho infornata per circa 30 minuti a 250 gradi teorici, non credo che il mio forno faccia veramente quella temperatura. Essendo la leccarda di alluminio, quindi ottimo conduttore di calore, l'ho messa abbastanza in alto, vicina alla fonte di calore e in effetti mi sembra sia riuscita molto bene. Nella foto in basso, a sinistra quella comprata da mia moglie e a destra la mia, un pelino più chiara. La farinata va mangiata ben calda ed oggi l'ho scaldata per 5 minuti in un piccolo grill elettrico, dal quale è uscita quasi croccante e sfrigolante. Una bella macinata di pepe nero sopra, se la gradite.

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