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giovedì 10 aprile 2008

Per chi non si acconta della pasta al burro

A volte capita di dover imbastire un primo con quel che c'è in dispensa e magari anche in fretta perché è s'è già fatta una certa ora.

In questi frangenti, è d'uopo inventare qualcosa, se non si vuole ricadere nel sempre validissimo olio -cacio-pepe, aglio-olio-peperoncino-prezzemolo, per non dire burro e salvia, condimento principe per i tortelloni fatti in casa, ma piuttosto minimalista in abbinamento a delle comuni penne di grano duro.

Insomma, tutta 'sta fola per dire che qualche giorno fa m'è venuta l'ispirazione per delle ruote ai pistacchi di Bronte e acciuga.

Ora, buttata lì così magari non suscitano particolare entusiasmo, ma d'altro canto io non sono mica francese!
E che c'entra essere francesi direte voi?
C'entra dico io perché qualcosa come 22 o 23 anni fa andai per qualche giorno a Parigi con un amico mio e devo dire che, nonostante il budget piuttosto risicato, trovammo quasi sempre la maniera di mangiare bene, a colpi di menù e eau de ville.

Il quasi si riferisce alla volta in cui, invece, dei nostri conoscenti ci portarono in un ristorante dove la carta delle vivande abbondava di piatti dai nomi affascinanti quanto impenetrabili. A ciò si aggiunga che io all'epoca di francese ne masticavo proprio pochissimo, come adesso, solo che adesso in quel posto lì non mi fregherebbero più!
Vi dico solo che, come potete constatare, dopo 23 anni, mi ricordo ancora di quel fatidico pranzo...

Insomma, fate conto che io sapessi il francese come lo sapeva Totò (noio voulevam savoir...) e in questo sfavillante menù io abbia finito per scegliere, ma sarebbero più preciso dire pescare, le grand piat del Duc de Menansò avec un contorn de pommes rouges finement racolt col man dans l'ort d'un contadin et saboreux sardines pesqué une a une par un pescadour avec deux marron acsé apres le midi d'un faune e chiaramente vi portano do sarachi (*) con sei striminzite fettine di mela e basta.

(*) saraca, ovvero aringa sotto sale, in dialátt mudnés.

Sandrine, non me ne volere, era solo un aneddoto! :-D

Insomma, anche se il titolo non è sontuoso come quello del famigerato piatto di saracche francesi, credo che il risultato sia meno inquietante. Veniamo quindi al dunque!

Ingredienti: un cucchiaio colmo di pistacchi di Bronte a testa
2 acciughe sott'olio a testa
olio extravergine q.b.
macinata di prezzemolo fresco (ad libitum)
peperoncino (ad libitum)
pasta lunga o corta, ma, secondo me, dei bigoli ruvidi sarebbero la morte giusta.

Procedimento: macinare finemente i pistacchi e metterli nell'olio caldo per qualche minuto, senza farli bruciare!
Spegnere e aggiungere il pestino di acciughe.
Condire la pasta (AL DENTE!) facendola saltare per un paio di minuti (aggiungendo il prezzemolo se volete).

E tenete giù le mani dal parmigiano reggiano.

2 commenti:

Luciana ha detto...

Tlaz... che ti devo dire??
"a me mi tenta proprio..."
grazie
luciana

Byte64 ha detto...

Recentemente mi hanno regalato del pesto al pistacchio, col quale ho fatto una pasta alla ricotta e pesto di pistacchio, una roba buonissima!
Insomma, se non fosse una roba da gioielleria, il pistacchio lo cucinerei un po' più spesso...

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