Pur avendo dedicato buona parte del mio tempo alla preparazione di piatti della tradizione messicana del giorno dei morti, vedi il pan de muertos, dopo aver letto il bell'articolo di Mitì sulla fugassa co-e purpe e l'evocativa storia da lei citata legata alle tradizioni di questo periodo, non ho potuto resistere alla suggestione.
Ho un debole per certe ricette della cucina ligure, forse per via dei parenti di mia madre emigrati a Genova, che, nelle rare occasioni in cui ci vedevamo, portavano sempre frammenti di queste focacce sublimi, e per questo motivo entrarono assai precocemente nel mio personale paradiso gastronomico, un luogo dove certamente uno può divorare una focaccia intera senza dare il minimo segno di scompenso nei valori dei trigliceridi e soprattutto senza sensi di colpa.
La ricetta è quella riportata da Mitì, avevo in dispensa del paté di olive e ho usato quello, ma ne ho fatto solo mezza dose.
Ingredienti:
500g di farina
30cl di acqua
12,5g di lievito di birra fresco (mezzo cubetto)
75g di olive nere taggiasche in salamoia o 2 cucchiai colmi di paté di olive
olio extra vergine ligure (2 cucchiai nell'impasto, il resto a piacere dopo)
un cucchiaino di zucchero
sale q.b.
Procedimento:
sciogliere il lievito con lo zucchero, basta mescolarlo per qualche minuto e il miracolo della liquefazione si compirà puntuale, come quello di San Gennaro. Impastare la farina con l'olio, mezzo cucchiaio raso di sale e l'acqua, fino ad ottenere un impasto molto colloso. Aggiungere il paté di olive o le olive taggiasche pestate nel mortaio. Far lievitare almeno 8 ore, poi stendere l'impasto dentro ad una teglia grande ben unta.
Tipicamente la focaccia è bassa, l'altezza di un dito al massimo, per cui occorre stenderla molto sottile, massimo mezzo dito. Nel caso dividete a metà l'impasto e cuocete in due turni.
Cospargere d'olio (o una emulsione di acqua e olio) e bucherellare con la punta delle dita, salare in superficie, infine far lievitare per circa un'ora.
Cuocere per 20-25 minuti in forno a 240-250 gradi, cioè il calore massimo dei forni da casa.
Degustare appena sfornata!
Forse non sarà venuta esattamente come l'originale, però l'ho trovata commovente lo stesso.
Grazie Mitì!
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lunedì 2 novembre 2009
‘A fugassa co-e purpe di Mitì
sfornato da
Byte64
alle
22:30
archiviato in Cucina italiana, Cucina ligure, Focacce, Imitazioni, Pagine web esterne
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8 commenti:
Che meraviglia, tesoro! Ne sento il profumo sin da qui :-***
Ciao Mitì!
in effetti il profumo era celestiale e quando sostieni che la focaccia ha un suo profumo caratteristico, non si tratta mica di campanilismo gastronomico, è una fragranza unica che emana dalla mirabile combinazione di farina e olio ligure e si trasforma in un bignami olfattivo che provoca sensazioni e ricordi a chi l'ha conosciuto fin da bambino.
E grazie per la visita!
Un abbraccio
Tlaz
marò,
io vado matta per qualsiasi tipo di focaccia, questa poi mi mancava: apena trovo le olive la faccio. splendida!
...appena con una p...
shame on me! :-(
Lux,
tu fortunata possidente di un vero forno a legna, ci lascerai di sasso, ci scommetto.
Attendo prove fotografiche!
Estoy que no me aguanto por empezar a hornear, hasta sone con unas ricas conchas recien salidas del horno. El clima de 4 grados centigrados el dia de hoy me pide a gritos que prenda el horno, oh! que dificil tentacion. O sera que tendre que recurrir al dicho de "Las penas con pan son buenas" para dejar mi ayudo de pan a un lado? Quizas, pero como se me antoja ese pan con un buen pedazo de queso.
Flavio, te reto a hacer chorizo. Se que te quedaras encantado.
Saludos!
Mely,
un día voy a intentar, de verdad ni se por donde empezar a buscar la piel, como se dice, las tripas?
Gracias paisana!
Lo puedes hacer sin la tripa, y guardarlo en bolsas plasticas pequenas. Te prometo que no te vas arrepentir.
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