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mercoledì 27 ottobre 2010

Il camino ritrovato

Per quindici anni, forse anche venti, il camino di casa mia è stato dichiarato chiuso.
Mia madre, che quando si metteva in testa una cosa, era impossibile convincerla del contrario, sosteneva che dal camino scendeva aria fredda quando era spento e decise di chiuderlo.


O almeno così tutti ci ricordavamo avesse detto.
Vuoi perché nessuno ha mai indagato bene su cosa avesse fatto veramente per chiuderlo, vuoi perché con il passare degli anni le leggende si gonfiano fino a diventare mezze verità, non ci si sognava nemmeno di accenderlo proprio perché tutti ormai sapevano che era definitivamente chiuso, una reliquia di un passato lontano, un elemento d'arredo spento per sempre, come certi maestosi vulcani messicani.

Anzi, questo povero camino ultimamente sembrava diventato una specie di ripostiglio di riserva, dove s'erano accumulate vecchie videocassette e giocattoli caduti in disuso. Una fine decisamente ingloriosa per un bel caminetto.

Finché qualche giorno fa, anche per dar soddisfazione all'erede, che adora i camini, dopo aver fatto un repulisti generale di tutte le cianfrusaglie affastellate davanti, armato di guantoni, occhiali e torcia elettrica, mi sono infilato come una salsiccia dentro alla cappa per cercare di capire come fosse stato chiuso e non c'è voluto molto a scoprire che in realtà mia madre aveva solo chiuso una specie di sportello a farfalla. È bastata una tirata e zacchete, lo sportello s'è spalancato, lasciando cadere il suo annoso carico di polvere e cenere sulla mia pelata inutilmente spaziosa.

A quel punto mancava solo un po' di legna per verificare se il caro vecchio camino funzionasse ancora bene come mi ricordavo, ma con l'aiuto dell'erede e un pallet in disuso, ci siamo tolti ogni dubbio.

E così, dopo diversi lustri, il camino è tornato in funzione, per la gioia di grandi e piccini.
Esiste qualcosa di più rilassante che leggere un libro davanti al camino?
O anche solo mettersi davanti al focolare a pensare a niente e ad ascoltare il crepitio delle braci?
La sensazione di tranquillità che dona un fuoco acceso dev'essere qualcosa che ci portiamo dietro dalla notte dei tempi.

Che poi non è obbligatorio stare davanti al camino a non far nulla, potete sempre prendere una padella coi buchi e cuocerci le caldarroste o le bruciate, come le chiamano in certi posti.
O perfino i terrificanti marshmallows, per farli caramellare.
O magari le croste del parmigiano-reggiano, anche se poi l'odore vi costringerà a ventilare l'ambiente, ma quanto sono buone!
Oppure, con l'aiuto di un bel comal, si possono cuocere le tortillas come una volta.
O anche solo giocare a carte con gli amici sorseggiando un bicchierino.

Ma soprattutto una casa che profuma di camino mi sembra più accogliente e più viva.

10 commenti:

Marcela ha detto...

Che bel camino! Me encanta... y es la palabra exacta, quedo como encantada frente al fuego.
Il tuo racconto mi ricorda che dobbiamo sistemare il camino della casa in montagna (in città non occorre veramente). E l'inverno prossimo se siamo di là...
Un caro saluto,

Marcela

Byte64 ha detto...

Marcela,
dal cumino al camino... ;-)

A dire il vero nemmeno qua è strettamente necessario accendere il camino, tant'è che è rimasto spento per due decenni, però il camino fa "compagnia".

Insomma, abbiamo spento la televisione e riacceso il camino e i programmi del secondo mi sembrano decisamente più intelligenti di quelli della prima :-D

Unknown ha detto...

E' una meraviglia!

Lilly ha detto...

Che invidia per il camino!
Ho sbirciato un po fra le ricette dalla tua amata Mantova.Se tutto va bene Sabato sarò li!Consigli culinari e non?Grazie!

Byte64 ha detto...

Aria,
la cosa che apprezzo di più nel mio camino è che funziona alla grande.
Invece quello di montagna ha sempre fatto abbastanza fumo.
Questo invece tira come neanche gli inceneritori della mia quasi conterronea Marcegaglia... ;-)

Ciao!

Byte64 ha detto...

Grande Lilly!
Tieni presente che a partire da domenica dovresti essere già in grado di trovare i famosi caldidolci o altri dolcetti a base di mandorla chiamate "fave dei morti" o anche quelli duri detti "ossa dei morti". Insomma capiti proprio a fagiolo :-)
Poi dovresti trovare delle ottime torte delle rose o l'altro dolce di lontane origini austriache, l'anello del monaco.

Negli ultimi anni non mi è capitato di mangiare spesso fuori a Mantova, l'unico locale dove son stato un paio di volte, di prezzo accessibile è l'Osteria dei ranari. Ti ho messo un link sulle mappe di Google.

Lì ti consiglio di chiedere i superclassici tortelli di zucca e/o il riso con le salamelle (sempre che ti piacciano...).

Altrimenti, solo per sentito dire, c'è il sempre valido Aquila Nigra dove però non ho idea di quanto si spenda.

E da vedere ci sono varie cose!
Non ti perdere la visita a Palazzo Ducale (con incluso giro nel castello medievale). E magari pure quella a Palazzo Te. Probabilmente domenica ci saranno bancarelle in centro, dovrebbe essere carino anche solo girare per i portici.

Se hai bisogno di altre informazioni ti lascio il mio indirizzo:

cflav chiocciola tin punto it

Ciao!

Lilly ha detto...

Grazie, grazie Tlaz, consigli preziosissimi.Notato tutto, torno con foto!

Byte64 ha detto...

prego prego... magari dai un'occhiata anche al portale del turismo della provincia di Mantova, può darsi ci sia qualcosa di interessante.

Ciao!

Unknown ha detto...

Sento già brontolare la zia per i "lapilli" sul parquet...ma sarebbe strafelice di vedere Stefano davanti al camino e sapere la casa così viva e amata! Bravo! Hai fatto proprio bene a riaprirlo....

Byte64 ha detto...

Nenela,
in effetti alla seconda o terza accensione un mega-lapillo galeotto s'è fiondato proprio sul tappeto, nonostante i pannelli, epperò le caldarroste vennero proprio bene :-D
Sicuramente tua zia avrebbe chiosato con uno dei suoi classici ah ma cat...

Un bacione

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