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sabato 2 ottobre 2010

Mixiotes sin mixiotes

M'era tornata voglia di mixiotes, dopo essere venuto sull'argomento parlando di avocado sul bel blog di cucina scientifica di Dario Bressanini. Se non conoscete quel blog, vi perdete un sacco di notizie e nozioni interessanti sui retroscena della cucina e del cibo in generale.

Così ieri sera ho preso in mano pentole e pentolini per rifare i mixiotes, ma stavolta con carne di maiale anziché di manzo. Poi, mentre rileggevo la ricetta scritta a suo tempo, m'è venuta la curiosità di andare a vedere la versione di Diana Kennedy che, ovviamente, non poteva essere uguale a quella di Karen Hursch Graber. Nel frattempo, a furia di preparare questo e quello e constatare che mancava la tal cosa, la tal'altra non avrei dovuto metterla, s'era già fatta una certa ora e la voglia di stare pure a infilare la salsa e la carne nei sacchettini che neppure son di vero mixiote, m'è sparita del tutto (ebbene sì, non ho ancora piantato l'agave in giardino per ricavare i veri mixiotes e me ne scuso con i lettori).
Così ho deciso d'inventare su due piedi i mixiotes senza mixiotes, ovviamente del tutto apocrifi.
Il risultato mi è piaciuto assai e in fondo questo è uno degli aspetti che più mi affascinano della cucina messicana: la flessibilità.
Insomma, questa volta ho tostato i chiles anziché no, non ho messo arancia, ma solo lime, ho soffritto la cipolla e cotto tutto a fuoco bassissimo nella pentola di coccio anziché a bagnomaria, eppure alla fine è venuta fuori una cosa molto appetitosa, ma del tutto priva di un nome ufficialmente riconosciuto.

Cosa sarà dunque?
Estofado de puerco con zanahoria?
O chilorio de puerco?
O guiso de puerco a la Tlazolteotl?
Mixiotes sin mixiotes!

Ingredienti:
800g di carne di maiale (coscia, coppa, filone)
400g di pomodori pelati (una scatola tipicamente)
300ml di acqua circa
60g di pasta di achiote
3 carote
3 chiles anchos
3 chiles guajillos
3 cucchiai di olio di mais
3 spicchi d'aglio
3 lime spremuti
una cipolla media
un cucchiaino di bacche di pepe nero
un pizzico di timo
un pizzico di maggiorana
un pizzico di semi di cumino
un bicchiere di birra (altrimenti mezzo di vino bianco)
sale q.b.

Procedimento:
Per prima cosa sciogliete la pasta di achiote con il succo di lime.
Scaldate un pentolino di acqua dove metterete a bagno i peperoncini tostati.
Pigliate i peperoncini, apriteli, eliminate i picciuoli e se volete l'eccesso di semi, se no estraeteli e tostateli nell'olio assieme ai chiles.
Tostate i peperoncini in una padella con un filo d'olio di mais, a fuoco basso, girandoli spesso per evitare di bruciarli. Appena si ammorbidiscono e cominciano ad emanare profumo, spegnere e
versali nel pentolino con l'acqua calda. Coprite con un coperchio e lasciateli in ammollo.
Nel frattempo tagliate le carote a dischetti e poi la cipolla e l'aglio finemente. Mettete da parte le carote e fate imbiondire la cipolla e l'aglio con i tre cucchiai di olio di mais, preferibilmente in una pentola di coccio e a fuoco medio. Mentre la cipolla va per conto suo, prendete i pomodori pelati e i peperoncini con la loro acqua e frullateli per bene. Quando cipolla comincerà a prendere un colore rosato, versate la salsa di pomodoro e chile. Aggiungete la birra o il vino e le altre spezie e l'achiote sciolto nel succo di lime. Salate e fate cuocere per una ventina di minuti, poi aggiungete le carote e i pezzetti di carne, abbastanza piccoli in modo da poteri poi sistemare facilmente sulle tortillas per farci dei succulenti tacos.

La cottura va protratta fino ad ottenere una salsa abbastanza densa, mescolando piuttosto spesso perché si corre il rischio che si attacchi al fondo, diciamo spannometricamente sulle 2 ore o poco meno e volendo si può fare un giorno per l'altro.
Come quasi tutti gli stufati messicani, la morte sua è con la tortillas di mais.

7 commenti:

Juana ha detto...

No me importa lo que será, el caso es que adoro tus receta y la cocina mexicana en general!
Muchos besos!

Carmen ha detto...

Tlaz, Qué buenos se ven tus mixiotes.

La verdad yo también hago mixiotes sin mixiotes. Duele comprarlos. Hay taladores clandestinos, de repente, aparecen magueyeras todas destrozadas al arrancarles la cutícula para el mixiote. Igual le sucede a mi hermana con los cazadores furtivos de huitlacoche, le destrozan su milpa para buscar huitlacoche.

En algunos lugares me ha tocado que en vez de la hoja de mixiote ahora lo envuelven en bolsa de polipapel.

Byte64 ha detto...

Gracias Juana,
me da mucho gusto saber que disfrutas de mis recetas virtualmente!

:-)

Un beso!

Byte64 ha detto...

Carmen,
gracias por sostenerme con tus palabras, este blog no sería lo mismo sin la presencia de ustedes, queridas paisanas.

Hoy fui a comer a una feira de comida callejera en un pueblo cerca de aquí y duele decir que entre los varios tianguis de varios lugares, el mexicano era de los mas tristones. Había unas enchiladas verdes y unas fajitas que, lamentablemente, no se me antojaron por nada.
Digo yo, porque no hacen unos guisos como los mixiotes o un mole o uno tacos de carnitas que se pueden hacer mas que decentes sin mucho esfuerzo?
Ve tú a saber.

Ciao!

Anonimo ha detto...

No conozco la pasta de achiote pero te juro que no cesaré en el intento de encontrarlo, la foto del final me ha hecho plantearme el desafío, esa tortillita es irresistible!
Guau como sufro contigo Tlaz!
Entiendo que el mixiote es una telilla en la que se envuelve la carne o me equivoco?... queda igual sin ella?..
Me voy a dormir con un hambre que me pega la barriga a la espalda!

Byte64 ha detto...

Milena,
la pasta de achiote no es fácil encontrarla, déjame (cocinarte? :-D )
averiguar si tengo un paquete como traje varios de EU la ultima vez.

Quien sabe porque las tiendas virtuales de comida mexicana no la surten.

Ciao!

Byte64 ha detto...

Casi se me olvidaba, a ver si nuestra Carmen nos da su apreciada opinión, el mixiote debería ser como la hoja de papel que se ve en esta foto.

Ciao!

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