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lunedì 8 giugno 2009

Flan napolitano

Tra i misteri più curiosi della gastronomia internazionale, c'è l'origine dei nomi di certe ricette. Ad esempio prendiamo il messicanissimo flan napolitano, già presente nei menù tradizionali a fine ottocento, con quel nome evoca una ricetta di origine partenopea, eppure dando un'occhiata alla storia di questo dolce, pare che Napoli non c'entri granché.

Sarà quindi di importazione francese visto che noi lo conosciamo come crème caramel?
A dar retta a quanto si afferma nella versione spagnola dell'articolo di wikipedia, l'origine del flan va fatta risalire addirittura all'impero romano, sebbene lo zucchero non fosse certamente presente, non l'avevano ancora "inventato", sostituito da miele e pepe. Sarebbero poi stati i francesi a sostituire il pepe con lo zucchero in epoca successiva al medioevo.
Insomma, alla fine dei conti rimane il mistero sul napolitano, Presidente della Repubblica, permettendo.
I lettori assidui di questo blog sanno già che i messicani hanno una certa passione per i flan, infatti mi sono deciso a mettere la ricetta più classica solo dopo aver già realizzato flan de piñones e flan de coco. Ma non è certamente finita qui.

Ingredienti:
750ml latte intero
1 tazza di zucchero (circa 200-225g)
6 uova
2 tuorli (più altri due se lo volete ancora più concentrato)
1 cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia
1 pizzico di sale

per il caramello:
100g di zucchero
qualche goccia di limone

Procedimento:
per prima cosa preparare lo zucchero caramellato versando quattro cucchiai di zucchero e alcune gocce di limone in un pentolino a fuoco moderato. Quando lo zucchero si sarà fuso assumendo un colore ambrato, spegnere e versare rapidamente in uno stampo della capacità di 1 litro almeno. Fatelo scorrere sui bordi prima che si solidifichi. Se si usa uno stampo di alluminio è più facile perché basta riscaldarlo sulla fiamma per rendere nuovamente liquido lo zucchero.
Approfittare anche per scaldare il forno a 180 gradi e la pentola d'acqua dentro alla quale va effettuata la cottura a bagnomaria. Ricordatevi di usare una pentola o una casseruola senza parti in plastica.

Dopo questa operazione sbattere le uova intere ed i tuorli con lo zucchero, un pizzico di sale e l'estratto di vaniglia, aggiungendo infine il latte. Versare il composto nello stampo e introdurre lo stampo nella pentola con l'acqua bollente, quindi dentro al forno.

La cottura dovrebbe avvenire in poco più di 45 minuti, in ogni caso la solita prova con lo stecchino dovrebbe fugare ogni dubbio, al limite aspettate qualche minuto in più.

Dato che il mio flan era a scopo di regalo, avevo una certa fretta di raffreddarlo, per cui una mezzoretta dopo averlo sfornato, l'ho messo a bagno in una bacinella con acqua e ghiaccio. Chissà come si chiama il raffreddamento per immersione, visto che quello caldo si dice bagnomaria, magari si potrebbe battezzare bagnogertrude, le nordiche come si sa non hanno paura di immergersi in acqua fredda, magari dopo la sauna.


Terminata la fase di raffreddamento coatto, si può passare il nostro flan dentro al comune frigorifero, dove riceverà il trattamento finale prima di essere scodellato sul piatto da portata.
Questa volta non c'è stato bisogno di immersione in acqua calda, è bastato staccare delicatamente la pellicina dal bordo, coprire col vassoio e girare rapidamente, una scrollatina neppure troppo vigorosa e voilà, il flan napolitano è pronto per essere degustato.

18 commenti:

mely ha detto...

Wow! Ese flan te quedo regio!
Y yo a dieta, que dolor.

Gracias y saludos,

Anonimo ha detto...

Muy buena explicación sobre el origen del flan, me quedó clarita, clarita.
Por lo demás ese flan se ve soberbio, tan enterito y nada de recocido, odio cuando aparecen en los flanes esas burbujas que le crean una textura algo gruesa, me gustó mucho la receta, aunque por ahora está alejada de mis posibilidades, con tanto huevo pienso que me saldría del régimen.
A propósito, el proceso de sumergir en agua con hielo al contrario del baño maría en caliente se llama "baño maría invertido".
Un beso querido Tlaz!

Byte64 ha detto...

Oigan queridas muchachas,
que mala onda eh!
Todas andan de dieta, les advierto que si seguimos de esta manera mi próxima receta va a ser la del agua natural sin gas, pa' que vean.

:-D

Bueno, de hecho mañana salgo para EU, entonces les doy unos veinte días de descanso para que se recuperen del régimen de dieta.

Hasta prontito!

Anonimo ha detto...

Mucha suerte Tlaz, no viajes en Air France y cuidate mucho, te extrañaremos un montón!

¿Gusta Usted? ha detto...

JAJAJAJA TLAZ jajaj de por sí cuando leo la traduccion en español me carcajeo bien y bonito Con eso del baño Gertrude jajaja me botaneo de la risa!! Se llama Baño María invertido (o inverso)
Como me gustaria que el regalito hubiera sido para mí! Pero bueno, al fin publicaste el FLAN NAPOLITANO que de Napoli no tiene nada eso entendí... GRACIAS FLAVIO!

Por la receta y las carcajadas!
JAJAJAJjaajaja CIAO!

¿Gusta Usted? ha detto...

YO A DIETA??? Pues mis antojos son sagrados Tlaz! todos mis amigos lo saben! CUIDATE Y BUEN VIAJE!

Y me sigo riendo de tus ocurrencias! jjajaj

Kiki ha detto...

mmmm che bello e delizioso il tuo flan napolitano; le foto sono splendide.
bagno Gertrude? :-) ahahah :-D
Kiki

Byte64 ha detto...

@Milena
no te voy a dar tiempo de extrañarme, ya estoy en linea otra vez, me tardé unos días en encontrar un adaptador pero al fin aquí estoy otra vez y les voy a contar algo de las comidas diarias por estos rumbos.

Un mega-abrazo
Tlaz

Byte64 ha detto...

Nora,
un día tendré que platicar de los famosos espagueti a la boloñesa, pa' que veas que chistosa historia tienen...

Ciao!
Tlaz

Byte64 ha detto...

Kiki,
bentorn|ata alla base, adesso è il mio turno di fare il turista :-)

Saluti calorosissimi dall'Arizona.
Ciao!
Tlaz

Marcela ha detto...

È strano infatti che si chiami napolitano. Per me sarebbe un classico "flan de huevos" o semplicemente flan.
Non dimenticare però sa timbatta sarda, che è insomma un flan. Misteri, misteri.
Quello che dice wikipedia sull'etimologia di flan mi lascia un po' perplessa. Ora guardo il dizionario che magari ci da una "pista" :D
Saludos,
Marcela

Byte64 ha detto...

Sa timbatta?

Qua bisogna chiedere a Luxus e a Duma, loro stanno nella posizione giusta per darci un parere.

A presto Marcela!

luxus ha detto...

non ho mai sentito parlare de sa timbatta (nella provincia di cagliari lo chiamiamo flan di latte).
la ricetta della mia famiglia recita:
1l latte intero( meglio se fresco e di pecora),8 uova intere, 8 cucchiai di zucchero + quello per il caramello( e qui si va ad occhiometro, mi spiace), scorza grattugiata di limone, vaniglia. dopo avere colato il caramello nello stampo, versarvi tutti gli ingredienti, mescolati e passati attraverso un colino,e si faccia cuocere in forno a bagnomaria a 180°finchè supera la prova stecchino, almeno un'ora.
di più non so.

Byte64 ha detto...

Da quel che vedo, sa timbatta mi sembra un flan con tutti i crismi.

Oh, piantatela che mi state facendo venire voglia di rifarlo!

;-)

arva ha detto...

Hola!gracias por compartir la receta de este delicioso postre, me encanta!
Saludos y muchas felicidades por el sitio este tambien me encanto!

Byte64 ha detto...

Arva,
fíjate nomas que acabo de descubrir gracias a mi esposa que si no tienes leche condensada (que no se encuentra tan fácilmente en Italia) puedes usar también el queso filadelfia y sale muy bien el flan.

Bienvenida!

arva ha detto...

Gracias Tlaz gracias por el tip, este blog me encanta porque se las saben de todas todas!

Byte64 ha detto...

Gracias Arva, hasta pronto!

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