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domenica 31 ottobre 2010

Os di mort o pezzi duri?

Tra le varie ricette mantovane tipiche della festività di questo periodo, ci sono le cosiddette ossa dei morti.

Gli os di mort, come vengono detti in dialetto mantovano, per quanto ne so, vengono anche chiamati meno poeticamente pezzi duri e mio nonno paterno li chiamava pittorescamente straca dént (stanca denti).

Sono un ricordo d'infanzia, dolcetti che mia madre mi dava da sgranocchiare quando i denti erano lontano dall'aver conosciuto le delizie del dentista e non erano stati arricchiti da ponti in oro-ceramica.
Se avete paura di rimetterci qualche otturazione, consiglio di immergerli nel caffè e pure così sono ottimi.

Questi dolcetti super semplici alle mandorle, senza lievito forse avranno qualche antenato ebraico, non è raro imbattersi in ricette a base di frutta secca di provenienza sefardita, ma come in tanti altri casi sono semplicemente diventati rappresentanti di una tradizione locale, anche se mi aspetto che qualcuno mi dica che questa ricetta è nota altrove con un altro nome o per altra ricorrenza.
Anzi, adesso che ci penso assomigliano un po' a quei dolcetti napoletani deliziosi che l'amica Sibbbì mi regalò l'anno scorso (come si chiamavano?!?! aiuto!).

La ricetta è pari pari quella che si trova sul ricettario di mia madre, dove aveva annotato che le era stata data dalla mitica signora Norma, mitica per me perché ne ho un vaghissimo ricordo risalente a non meno di quarant'anni fa, ma è sempre stata sinonimo di ricette di dolci deliziosi.
La forma a tibia è del tutto arbitraria, un piccolo omaggio al Messico dove in questi giorni tutti i dolcetti hanno forma di teschi e tibie, ma di solito i pezzi duri sono semplici bastoncini.

Ingredienti:
100g di zucchero semolato
100g di farina
100g di mandorle pelate
1 albume d'uovo
un pizzico di sale

Procedimento:
Nulla di più facile: tritate le mandorle grossolanamente poi mescolate alla farina, allo zucchero e al pizzico di sale, infine aggiungete un albume d'uovo e impastate a mano fino ad ottenere una specie di panetto piuttosto appiccicoso.

Stendetelo su una superficie liscia e con l'aiuto di carta da forno, se non volete impiastricciare tutto, rullatelo finché lo spessore non sarà di circa mezzo dito. Ricavate dei bastoncini tagliando l'impasto con un coltello oppure se avete molta pazienza, divertitevi a formare tibie e teschi. Io alla sesta tibia ne avevo già avuto abbastanza :-D

Disponete i bastoncini su un foglio di carta da forno dentro la leccarda in modo che poi si stacchino facilmente.

Si cuociono in forno a 140 gradi per circa 30-40 minuti. Prima di staccarli dalla carta lasciateli raffreddare e poi conservateli in una scatola di latta. Come tutti i dolcetti di questo tipo a me pare che col passare dei giorni diventino migliori.

6 commenti:

Kiki ha detto...

sono ancora piu' buoni immersi nel vino liquoroso, me ne prendo un paio per deliziare il mio palato virtuale :-D

mely ha detto...

Hola Flavio,

Como andas por aquellos lares. Esas galleticas se ven buenas como para sopear con un cafecitos.

No se porque pero en Dia de Muertos se extrana la tierra de uno. Sera que lo reclama??? :)

Saludos,

Mely

Byte64 ha detto...

Kiki,
tu sì che sei una vera buongustaia!
;-)

Byte64 ha detto...

Querida Mely,
ni me digas, hoy me pesan mucho los tres años de ausencia que llevo.
Justamente hace tres años estabamos en Guanajuato, rumbo a Guadalajara.
Ademas saber que el país está como está, no ayuda.

Un abrazo bien fuerte
Tlaz

Nora ha detto...

Flavio, qué bien que te acordaste del DIA DE MUERTOS hiciste estas galletitas que tienen que estar muy ricas, de almendra! No entendí si por allá las hacen también de muertos.

Saludos! Un abrazo!

Byte64 ha detto...

Así es Nora, esta es una de las recetas que se hacen en esta temporada en la ciudad de mis padres.
En otras ciudades hacen recetas parecidas o diferentes, pero siempre hacen algo especial en día de muertos.

Ciao!

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