Non so se il futuro ignaro lettore giungerà su questa pagina cercando uno dei tanti sinonimi delle lattughe mantovane, ossia le frappe modenesi, le sfrappole bolognesi, le bugie genovesi, delle chiacchiere di mezz'Italia, dei galani veronesi, anche se per me i galani veronesi sono leggermente diversi e magari un giorno capiterà di farli, comunque sia, benvenuti e sappiate che oggi si parla di quei dolcetti di sfoglia fritta tipici del periodo di carnevale, fatti a forma di rombo o di nastro.
Insomma, se stavate cercando notizie sull'omonima insalata, avete senza dubbio sbagliato posto :-D
Questa ricetta è quella che faceva mia madre e prima di lei mia nonna. Non ricordo quando fu la prima volta in cui aiutai mia madre a ritagliare la sfoglia, dovevo essere piccolo perché mio figlio, cinque anni scarsi, pretende di fare lo stesso e il DNA certamente non mente.
Ovviamente quando mia madre metteva in cantiere le lattughe, perché così le abbiamo sempre chiamate a casa mia, era una vera festa, indipendentemente dai coriandoli. Mentre l'ultima volta mi ero cimentato a tirare la sfoglia a mano, questa volta ero da solo ed ho deciso di avvalermi della macchinetta, ma non sono sicurissimo di aver risparmiato del tempo.
Ho deciso di non etichettare questa ricetta nella categoria della cucina modenese o bolognese perché la ricetta di casa mia è un tantino diversa da quelle che ho visto in rete. Si tratta magari di particolari, però non voglio usurpare epiteti di bolognesità o modenesità o quel che sia, quando non ci sono i requisiti. In realtà non sono nemmeno sicuro che sia la versione mantovana DOP, viste le perigrinazioni della famiglia di mia madre, ma posso senza dubbio sostenere che sono super.
Ingredienti:
700g di farina (circa, +/- 50g in base all'umidità)
60g di zucchero
3 cucchiai d'olio extravergine
2 uova intere (medie)
2 tuorli d'uovo (medie)
mezzo bicchiere di vino bianco
un'arancia spremuta
due bustine di vaniglia (4g circa)
un pizzico generoso di sale
750g di strutto per friggere
Procedimento:
sciogliere lo zucchero nel vino bianco scaldato, senza far bollire e lasciar raffreddare. Impastare la farina con il sale, il succo d'arancia, l'olio, le uova, la vaniglia, aggiungendo infine il vino zuccherato. Lavorare fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico che tenderà a fare qualche bollicina in superficie. Anche se lavorate l'impasto con una impastatrice, consiglio di terminare la lavorazione a mano per rendersi conto meglio della consistenza dell'impasto. Lasciar riposare per una mezzora al coperto prima di stenderlo a mano o con la macchina per la pasta sfoglia.
La sfoglia va tenuta molto sottile, 1mm circa. E' consigliabile tirare tutta la sfoglia prima di iniziare a friggere perché la frittura è molto rapida e non da tempo di distrarsi. L'ideale è essere in due, così mentre uno frigge, l'altro tira la sfoglia e magari racconta anche un po' di fatti suoi che è sempre più divertente che conversare con la televisione.
Friggere in abbondante strutto ben caldo, un minuto per lato circa, ma regolatevi in base ai gusti. C'è chi preferisce le lattughe ben croccanti e chi le vuole con una vena quasi morbida. Per evitare eccessivo assorbimento di unto, le ho messe pure a scolare dentro a una reticella prima di passarle nel vassoio finale ed infatti non c'è praticamente traccia di macchie d'unto sulla carta assorbente.
Che abbia involontariamente inventato le lattughe light?
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martedì 10 febbraio 2009
Delle lattughe di carnevale di casa mia
sfornato da
Byte64
alle
20:00
archiviato in Cucina italiana, Cucina mantovana, Dolci, Fritti, Ricette della nonna
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18 commenti:
finalmente una ricetta nostrana dopo le ricette messicane avevo il dubbio che non eri italiano, questa ricetta mi piace troppo, mangerei il vassoio intero un bacio
hahahahaha, d'altro canto questo sarebbe un blog di cucina messicana, io sono costretto a parlare spesso d'altro per carenza di materie prime...
Al momento sono italiano, ma non è detto che non dia le dimissioni da questo paese perché, francamente, al di là dei monumenti e delle tradizioni, c'è ben poco da stare allegri.
Ciao!
ahaha :-) io veramente cercavo una bella ricettuzza collaudatissima "la torta delle rose" e sono finita in questo tuo sito di cucina messicana, e tra l'altro io adoro la cucina messicana! Adesso vado a sbirciare per bene il tuo blog :-) Le chiacchiere hanno un bellissimo aspetto invitante, se si potesse dal monitor me ne prendere due, mannaggia non si puó, io le ho fatte un po' in anticipo, le devo rifare!!! ciao, kiki
Kiki,
bienvenida!
La ricetta della torta delle rose è nel sito della "Cucina Tradizionale Mantovana" che si trova tra i miei raccomandati e mi sento di poter dire che sia molto affidabile.
Io adoro la cucina in generale, non so se si è capito... :-)
Non conoscevo questo nome per le chiacchiere... Curioso, da dove viene chiamarle lattughe? Sono comunque buone, e non sai la voglia che avrei di svuotare quel vasoio. :D Voglia di fritti di carnevale...
Saludos,
Marcela
Quel vassoio rappresenta il 10% di quelle che ho fritto, con le dosi che ho dato ne vengono fuori molte di più.
Credo che il nome lattuga venga dalla somiglianza con le foglie dell'omonima insalata.
Anche se con tutti quei nomi ci si riferisci grosso modo allo stesso dolcetto, in realtà se guardi le ricette ci sono alcuni ingredienti variabili, io per esempio metto succo d'arancia mentre altri mettono scorza di limone grattugiata, io metto liquore d'anice e altri mettono liquore strega o alchermes (così diventano rosa), io friggo in strutto, altri in olio di semi e così via.
Peccato che non passi da queste parti, per 2-3 giorni forse ne trovi ancora di lattughe a casa nostra, dopo NON GARANTISCO :-D
Boooone le lattughe, le chiacchiere, i crostoli.
Bravo tlazzì, a proposito puoi prenotare il biglietto ;-)
tu tieni sotto controllo la situazione, non vorrei che qualche mariuolo se ne approfittasse all'altezza dell'area di servizio Tevere est e mi recapitasse il classico pacco coi mattoni dentro ;-)
Tlazo grazie mille! :-)
Ho letto la tua risposta solo ora. I missed it. By the way, I already made one, see my blog, I took the recipe from an old italian magazine :-) I may try your version next time! thnks. I'm in Fulham, do you know? :-)
notte, kiki
eh, la conosco sì Fulham Road...
Senti ma quel ristorante thailandese, il blue elephant, c'è ancora?
Mi ricordo male o è proprio in Fulham?
Passo troppo poco di qui mannaggia :-(
Mi offri una frappa tlaz?
Ma certo, una lattuga e un caffè espresso per la signora.
Bentornata Aria!
:-)
Bene,
lattughe mi mancava!
Suppergiù la stessa ricetta, a dire la verità io vado sempre ad occhio e penso che non le faccio mai uguali un anno per l'altro.
Vario il liquore, o anche non lo metto, aggiungo a volte l'arancia, insomma chi le fa sempre uguali lanci la prima pietra!
Mi è piaciuto il discorso nella zuppa alla cicerchia!!!!
Ciao
Questa è proprio una di quelle ricette dove ad ogni angolo cambia qualcosa, ma siccome non la faccio tutti gli anni, mi capita tutto sommato di farla più o meno sempre identica, una cosa molto strana per me che, come mia madre, adoro inventare e sperimentare e, a volte, combinare perfino autentici disastri culinari coperti però dal segreto di Stato... :-D
In Toscana si chiamano "cenci"...
CLARA
Buono a sapersi Clara, ciao!
Oggi ho fatto le frappe seguendo pari pari la ricetta delle "lattughe " : un successo enorme, di tre vassoi enormi non è rimasto quasi nulla, grazie ancora per le tue splendide ricette, mi sono letteralmente innamorata del tuo blog, grazie ancora
Grazie Camilla,
mi fa piacere che apprezzi.
Ciao
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